Gabella
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Da Gabella Vecchia, antico luogo del dazio ai piedi del castello, si ammira il bottaccio del frantoio, specchio d’acqua che alimentava i mulini.
Gabella Vecchia era il luogo dell’antico dazio, sorto ai piedi del castello, di cui le vecchie case conservano ancora oggi qualche antica iscrizione.
Dal borgo si gode di uno scorcio sul bottaccio del frantoio, un romantico specchio d’acqua che alimentava e forniva l’energia alle ruote idrauliche dei mulini e frantoi. Gli abitanti avevano la facoltà di attingere all’acqua senza limitazioni, purché non fosse utilizzata dal mugnaio.
Il prelievo del’acqua fatta confluire alle macine al fine di azionarle era infatti vietato durante la settimana lavorativa, ma consentito dal vespro del sabato all’ora nona del lunedì successivo, previo permesso del mugnaio. Per l’intero giorno del lunedì e senza limitazioni era inoltre consentito usare per l’irrigazione l’acqua de “La Maggiore”, probabilmente la gora principale di Serravalle.
Dalla cinta muraria di Serravalle si apre la Porta della Gabella, che conduceva all’antico dazio.
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