Chiesa di San Michele Arcangelo - Visit Serravalle
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Chiesa di San Michele Arcangelo

Unicum di arte e architettura

Serravalle Pistoiese

 

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Via Giuseppe Garibaldi - 51030 Serravalle Pistoiese (PT)

Tra le più antiche di Serravalle, la chiesa conserva intatto l'abside, eccellente esempio di architettura romanica del XII-XIII secolo.

La Chiesa di San Michele Arcangelo a Serravalle sembrerebbe essere citata per la prima volta in un documento del 764 d.C., che rappresenta l’ unica testimonianza di età longobarda relativa alla terra di Serravalle: il prete Aivaldo, desiderando vestire l’ abito religioso fra i monaci della chiesa di San Bartolomeo di Pistoia, donò a quest’ultima il monastero Sancti Angeli, identificato da alcuni studiosi con la chiesa di San Michele a Serravalle.

Nel corso di una ricognizione, è stato scoperto sotto l’attuale pavimentazione un ossario, suggerendo la possibilità di una presenza monastica antica all’interno della chiesa.

Nel XVII secolo, la facciata della chiesa ha subito alcune ristrutturazioni, tra cui l’aggiunta di un finestrone in stile barocco. Nello stesso periodo è stato realizzato il porticato, che, addossato al lato meridionale dell’edificio, si inserisce armoniosamente nel tessuto urbano circostante, diventando un elemento distintivo di questa parte del borgo.

Di particolare valore è l’abside, giunta intatta fino a noi, raro esempio di architettura romanica del XII-XIII secolo nel territorio serravallino.

Chiesa di San Michele Arcangelo a Serravalle Pistoiese

Interno

All’interno della chiesa, sulla parete di sinistra, vicino all’ingresso, si trova il trittico raffigurante la Madonna in trono con il Bambino fra i santi Ippolito, Iacopo, Michele e Stefano, datato 1439 e attribuito a Bartolomeo di Andrea Bochi, artista del XV secolo.

Sulla parete di destra, vicino all’altare, è conservata una parte di un interessante affresco dei primi decenni del Trecento, che rappresenta il miracolo di San Biagio, noto per i suoi poteri contro il mal di gola. Nell’affresco, il santo benedice il bambino con la mano destra mentre con la sinistra gli comprime la glottide, salvandolo dal soffocamento causato dalla spina di un pesce. Questo affresco, recentemente restaurato, faceva probabilmente parte di una decorazione più ampia che narrava la vita di San Biagio, santo molto venerato nell’area pistoiese e frequentemente rappresentato nei cicli pittorici.